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Come ormai tradizione, ogni anno, nel giorno della Festa della Donna (8 marzo) viene assegnato a Bologna uno specialissimo riconoscimento a una donna che si è particolarmente distinta nel difficile settore del trasporto di merci e persone.

Sabo Rosa 2013

Sabo Rosa 2013, a sinistra Agata De Rosa; a destra Elisabetta Nuti

Sono state molte le nomination arrivate via Web ma solo una si è potuta aggiudicare il raro ammortizzatore Sabo dipinto di Rosa. Una scelta davvero difficile, compiuta da una giuria di tredici donne, tutte dipendenti del Gruppo Roberto Nuti Spa, azienda con un elevato tasso di occupazione femminile e main sponsor di questa iniziativa.

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A conquistare l’ambito premio Sabo Rosa, esemplare da collezione, del quale ne viene realizzato e griffato un solo esemplare ogni anno, è stata Agata De Rosa, autista e mamma, che da un decennio guida il suo camion per le strade italiane ed europee. La premiata, di origini napoletane, risiede a Dalmine, in provincia di Bergamo, nell’Italia settentrionale. Con il marito esercita questa difficile professione con una passione ereditata dal padre, a cui ha dedicato anche le decorazioni del suo Scania.

Questa è la motivazione del premio, consegnato da Elisabetta Nuti, direttore finanziario della Roberto Nuti Spa: «La signora De Rosa dimostra quanto sia determinante il senso del dovere per chi esercita la difficile professione del camionista. Ancor più per una donna, che è anche madre. In più, la storia di Agata De Rosa e la riconoscenza che ella mostra nei confronti del proprio genitore, è una testimonianza del valore delle migliaia di piccole imprese italiane, trasmesse da una generazione all’altra con immutata grande passione».

«Ho dedicato tutta la mia adolescenza ai camion – racconta Agata De Rosa, che lavora alla Der Trans di Bergamo – e sono cresciuta fra i “bisonti” insieme a un papà camionista. Ho trentadue anni e sono alla guida da quattordici, ho preso la patente per i camion a 21 anni. Ho iniziato con le tratte nazionali e ho anche trasportato esplosivo per l’esercito. Mio padre è mancato quando avevo 23 anni e ho continuato da sola, fino a quando non ho conosciuto mio marito che mi ha insegnato a girare l’Europa. E’ camionista anche lui e ora siamo una famiglia che vive per i camion, che ama e crede ancora in questa vita, che non è una professione ma una scelta, una vocazione, al punto che anche ancora al quinto mese di gravidanza partivo da sola per il Belgio e l’Olanda. E’ una vita che ti richiede tante rinunce, tanti sacrifici ma di cui non puoi fare a meno. Sono felice di ricevere il Sabo Rosa e lo dedico al mio papà, Giovanni De Rosa».

Agata De Rosa si è presentata a ritirare il premio con il marito Simone Radaelli e il figlio Giovanni (che porta lo stesso nome del nonno) a bordo del suo Scania R500: «il camion della mamma», dice sempre il piccolo, facendo sorridere il papà, che preferisce guidare Volvo.

Il premio Sabo Rosa è un simbolo per premiare l’impegno e la passione, che non vengono meno nonostante le grandi difficoltà del settore trasporti in Italia. “Ad eccezione di qualche raro caso virtuoso – dice Agata De Rosa –, le grandi aziende di trasporti oggi cercano prestazioni a basso prezzo e, per questo, si rivolgono sempre più spesso ad autisti provenienti da Paesi ove, grazie a regole sul lavoro meno stringenti, si riescono a praticare costi bassi ma certo non a garantire la professionalità e il rispetto per la dignità del lavoratore, al contrario delle nostre piccole imprese italiane di qualità”.

M.C.